Al MaXXI di Roma un viaggio attraverso il particolare significato che ha assunto l’idea dell’abitare nella vita e nella cultura giapponese.
L’armonioso connubio, plasmato nel tempo del lontano Oriente, tra creatività e antica sapienza nel pensare il nucleo primario di sviluppo sociale dell’uomo.
Si disvela al Maxxi di Roma dal 9 novembre 2016 fino al 26 febbraio 2017, in occasione della mostra The Japanese House, architettura e vita dal 1945 ad oggi, il tortuoso e affascinante cammino del Giappone nel creare la propria idea di domus dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale ai giorni nostri.
“Le persone fanno l’architettura e l’architettura fa le persone”, titolo alternativo alla mostra dato da Kenjiro Osaka del National Museum of modern art di Tokio, uno degli ideatori del progetto curato anche da Pippo Ciorra e Margherita Guccione, riassume perfettamente l’idea di continuo mutamento, nel rispetto delle proprie radici culturali e dei bisogni di chi abita, di un Paese da sempre proiettato verso l’innovazione ma al contempo geloso del proprio passato.
Consuetudine ed esigenza di cambiamento, forze in apparente contrasto concettuale, trovano così un sorprendente punto d’equilibrio in una terra anche geologicamente caratterizzata da stravolgimenti drammatici e radicali. Non a caso le tecniche di prevenzione antisismica degli edifici nipponici rappresentano un autentico esempio da seguire soprattutto per l’Italia, Paese attraversato da faglie ma non dalla preoccupazione di costruire affinchè le case reggano alle tremende vibrazioni dei terremoti.
La casa assume quindi i connotati di un vero luogo degli uomini all’interno della città che deve essere un organismo vivo e vissuto dai suoi abitanti. Costruzione e paesaggio, innovazione e tradizione, forza e leggerezza fanno della via giapponese all’architettura un perfetto abbraccio di estremi nella continua ricerca di armonia.