di Maria Francesca Stancapiano
Citazioni shakespeariane, pasoliniane, e del tetro greco, animano la sala del Teatro Brancaccino con Torre Elettra, tragedia in scena dal 19 al 29 gennaio, per la drammaturgia e regia di Giancarlo Nicoletti, interpretata da Valentina Perrella, Liliana Massari, Cristina Todaro, Luciano Guerra, Alessandro Giova, Matteo Montalto.
Questo lavoro inedito di Planet Art Collettivo Teatrale, pluripremiata compagnia under 35, impostasi fra le rivelazioni della scena romana e nazionale, ci trascina nella periferia di una Roma futuribile dove, dopo una guerra civile, le periferie hanno ottenuto l’indipendenza dallo Stato repubblicano.
Approdiamo dunque a Torre Elettra, un luogo senza giustizia, una terra di sopravvivenza in bilico tra anarchia e democrazia, inquinata da malattie che richiamano alla sete di vendetta.
La scenografia è ricca di scatole, in quantità eccesiva, che rimandano subito a un senso di degrado. Tra queste si muove una famiglia segnata da violenze e tradimenti, in cui ciascuno ha il proprio carattere, ma, soprattutto, la propria fragilità da nascondere dietro una maschera di rabbia.
Sei personaggi, quelli in scena, che si interrogano su quale sia la vera giustizia da perseguire, se quella civile che fa il paio con la morale comune, o quella di natura, dettata dalla legge del più forte.
Il concetto della dike greca (la giustizia intesa divinità), risuona sul palco in chiave contemporanea.
E’ nel grigiore di questo panorama che una famiglia vede morire il proprio padre. Si tratterà di morte naturale o di un assassinio preterintenzionale?
Se fosse un assassinio chi potrebbe perdonare un tale atto? Un singolo ha diritto a farsi giustizia da solo? Cosa accadrebbe a tutti noi cittadini se non potessimo più contare su uno Stato organizzato che si erga a garante dei suoi diritti?
In un occidente messo a dura prova dalla negazione interna delle proprie strutture democratiche, spesso abusate e quindi anche svalutate, cosa succederebbe se qualcuno reclamasse la propria appartenenza alla legge del più forte?
Dal palco, il messaggio di Giancarlo Nicoletti e dei suoi attori, riecheggia crudo e prepotente, forte e acuto, nelle teste degli spettatori sottoposti allo shock di un mondo spietato e pervaso dal grigiore e dalle vendette.
Fino alla fine, cercheremo di scoprire se avrà la meglio l’espiazione o il perdono, laggiù, a Torre Elettra, scossi da una famiglia animata da rabbia e rivalse ma, al contempo, commovente, nei momenti in cui riesce ad unirsi.
“Io sono lo spirito di tuo padre, condannato a girivagare durante la notte,fino a quando i peccati del tempo della vita mortale non saranno espiati. Essendomi proibito rivelare i segreti del mondo degli spiriti, ti descriverei la mia conduzione, e la piu’ innocua parola di farebbe gelare il sangue. Ma questo emblema di eterno non si puo’ svelare a chi ancora viva nella condizione di mortale.”
- Shakespeare, Amleto.