In scena fino al 13 novembre al Piccolo Eliseo l’eccezionale donna che ha amato e ha fatto amare l’arte
Una grande poltrona al centro della scena con su adagiata una donna: capelli rossi e un lungo abito verde; delle scarpe anch’esse colorate ai piedi; un tavolino, una bottiglia di champagne e un calice. Un parlottio costante fino al buio in sala. Così Misia irrompe al Piccolo Eliseo e si racconta.
Lucrezia Lante Della Rovere, ottimamente diretta dal regista Francesco Zecca, torna a teatro dopo il successo dello scorso anno con Io sono Misia – L’Ape regina dei geni, un bellissimo testo di Vittorio Cielo.
Basta un attimo e si è subito trasportati nella Parigi della prima metà del ‘900, quella in cui il salotto di Misia Sert si apre alle ispirazioni, ai pensieri, agli istinti di alcuni dei più celebri artisti di tutti i tempi. Pittori, scrittori, poeti, musicisti, stilisti, ballerini. Picasso, Proust, Chanel, Ravel, Debussy, Stravinsky, Toulouse Lautrec, Cocteau, Nijinsky in un irrequieto movimento di indagine e ricerca hanno attraversato gli appartamenti di una donna capace di respirare la vita senza incertezze.
“Eludere il dolore è la mia arte” racconta. Superare con decisione e caparbietà le trappole che talvolta incombono, andandovi oltre e non lasciandosene mai sopraffare. Questa è Misia. Così la sua straordinaria esistenza si è “moltiplicata in cento specchi”, riflettendo tante vite quante erano quelle dei suoi amici artisti. Non una donna qualunque. “Io non partorisco. Io faccio partorire”, come in una moderna maieutica socratica Misia fa emergere l’arte degli altri con il proprio talento nel vedere oltre, nello scorgere l’aspetto più intimo e sommerso di uomini che hanno fatto la storia della cultura, che hanno influenzato e travolto letteralmente intere generazioni.
Amare questo personaggio è una tensione naturale, le sue parole accolgono nell’universo meravigliosamente seducente che rappresenta. Misia, una donna nuova e moderna dunque, una donna che ha saputo vivere e che pur con le sue cadute ha fatto della sua stessa esistenza un’opera d’arte. “Il mistero degli incontri e dei destini è insondabile” dice e lo vive con la follia del genio che è lei stessa, con l’intensità dell’incantesimo maliardo che l’ha resa unica e meravigliosa, in tutta la sua estenuante voglia di essere. “Liberarsi del passato e credere solo nel presente” come faceva lei che, ogni volta che cambiava casa, faceva un rogo di tutti i suoi ricordi.
Lucrezia Lante Della Rovere è perfetta in scena, esprime e parla come se quella donna fosse dentro di lei. La regia asciutta e pure ricchissima di Francesco Zecca disegna ogni attimo di questa biografia di cui sottolinea taluni contorni con un uso assai sapiente delle luci.
Io sono Misia è uno spettacolo che appassiona, è la costruzione del ricordo di una donna che oggi forse stenterebbe ad esistere, una persona che si dovrebbe conoscere e che nella magia del Piccolo Eliseo tutti possono incontrare.