Il 30 aprile ha debuttato Uomini e topi, di John Steinbeck, saggio di diploma di Luigi Siracusa, promettente allievo regista dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico di Roma. Un debutto particolare perché avvenuto in streaming sul canale youtube ufficiale dell’Accademia.
Di Olimpia Ferrara
Il palcoscenico è interamente cosparso di paglia la quale, a differenza del fieno, non costituisce un alimento per gli animali ma viene usata come lettiera nei ranch infatti, su questa scena arida e pronta ad accogliere escrementi, si muovono gli esclusi, i rifiutati, soli per forza o per scelta. Anche Lennie e George sono dei diseredati: l’uno il braccio l’altro la mente, lavorano alla giornata girando di ranch in ranch e coltivando un sogno: vogliono metter via un gruzzoletto per comprare una casetta tutta loro, un pezzo di terra e, se un giorno vorranno andare ad una fiera in paese, potranno farlo, senza padroni pronti a proibire o concedere.
Ci saranno anche dei conigli a cui baderà Lennie, ossessionato dalle cose morbide da accarezzare. Lennie è un’ anima semplice e delicata che abita il corpo di un omone grande e grosso, per questo c’è George che lo protegge e se lo porta dietro. I due amici ci fanno pian piano entrare in una narrazione centellinata che aggancia immediatamente lo spettatore ma l’atmosfera è pesante e cupa. Ci sono albe e tramonti nuvolosi, non c’è mai una luce piena che dia sollievo agli occhi e al cuore.
L’effetto è dato da una nuvola cristallizzata dentro lastre di vetro che seziona il palco, ideata e realizzata dallo scenografo Massimo Troncanetti e la sua assistente Marta Montevecchi. Queste pennellate nebulose, attraversate dal disegno luci preciso al millimetro di Pasquale Mari, creano ombre fugaci che fanno venire i brividi.
Lennie e George trovano lavoro in un ranch e vengono catapultati in un micro mondo che ha regole precise che vanno rispettate. Tutti i braccianti di questo ranch indossano un completo arancione e dei guanti neri, sembrano più divise di un carcere che tute da lavoro. Nelle scene concitate e di contatto, il regista fa del metro di distanziamento sociale una risorsa: le maglie di tali scene si allargano ma l’energia rimane la stessa. Il risultato è sorprendente perché lo spettatore è letteralmente coinvolto nell’azione.
La regia di Luigi Siracusa, pur essendo molto precisa e strutturata, non fagocita l’attore rendendolo una marionetta a servizio di una direzione egocentrica ma accoglie la sua autorialità, il suo istinto scenico, segno di grande maturità e sicurezza. Dal loro canto tutti gli attori, in egual misura, svolgono un lavoro corale notevole e dipingono personaggi vividi, ben caratterizzati e lavorati in profondità ma che conservano spontaneità e verità.
Vedere lo spettacolo in streaming mi ha fatto soffrire un po’ ma la regia video, sempre dello stesso Siracusa, ha indorato la pillola. Il giovanissimo regista, fresco di diploma, dimostra di avere una firma stilistica già riconoscibile e strutturata. Lo spettacolo verrà presentato dal vivo dalla Compagnia dell’Accademia, al Festival dei 2 Mondi di Spoleto il 2 luglio 2021 alle ore 21.00 presso il Cortile interno della Rocca Albornoziana.