Abbiamo incontrato Federica Clementi, giovane donna romana alle prese con il mondo della cultura. Una laurea e la musica le sue più grandi passioni, che sta cercando di trasformare in un mestiere. Vediamo cosa ci ha raccontato di lei e di Septimontium.
Ciao Federica, parlaci un po’ di te: ti sei laureata in Archeologia e hai studiato al Conservatorio…
Ho 28 anni e sono di Roma. Sono cresciuta e abito da sempre nel quartiere periferico di Torre Gaia. Ho una formazione umanistica: dopo il liceo, mi sono laureata in Archeologia Classica. Ho studiato anche in Conservatorio sin da bambina, imparando a suonare il violino prima, poi la batteria. Mio padre è un musicista, un jazzista in particolare, ed è anche grazie a lui se ho imparato da subito lo studio degli strumenti.
Intorno ai 16 anni studiavo Composizione in Conservatorio e così ho iniziato a suonare anche il pianoforte. Negli ultimi tre anni mi sono avvicinata al violoncello.
L’aspetto della musica che mi piace di più è la scrittura. Ho realizzato diversi componimenti soprattutto per il teatro. Quando infatti negli anni ’90 il teatro di Tor Bella Monaca, adesso famosissimo, veniva concesso con facilità in gestione alle persone del quartiere, riuscivo a frequentarne tantissimo la stagione teatrale e concertisitca, cosa che da subito ha stimolato la mia creatività.
Ho cominciato a scrivere musica per spettacoli con il mio amico Eugenio Murrali: insieme abbiamo fondato un gruppo teatrale e realizzato uno spettacolo. Di lì sono arrivate alcune altre importanti collaborazioni: con Dacia Maraini ad esempio ho partecipato alla scrittura musicale per alcuni dei suoi spettacoli di teatro civile, come “Per proteggerti meglio, figlia mia” andato in scena prevalentemente in luoghi istituzionali, dal tribunale al Palazzo di Giustizia; o ancora “Pazza d’amore” e “Lettera d’amore” interpretato da Piera Degli Esposti.
Come è nata l’associazione Septimontium? Di cosa vi occupate?
L’associazione Septimontium (https://www.facebook.com/septimontium) è stata ondata da me subito dopo essermi laureata. Con quel foglio in mano ho cercato di realizzare qualcosa che potesse tenerlo vivo. E’ nata da tre anni, ma è realmente attiva da uno. Il mio desiderio era di riuscire ad unire la mia doppia passione per l’archeologia e la musica. Ci occupiamo di organizzare visite guidate, spesso con l’intervento di attori che leggono dei passi legati al luogo. Una formula che sembra piacere.
Inoltre organizziamo degli incontri musicali, con i quali conoscere diversi aspetti di questo settore.
Cerchiamo di lavorare al meglio, perseguendo l’obiettivo di realizzare poche cose, ma ben fatte. Tutte le persone che collaborano sono preparate e professionali. Volgiamo lo sguardo alla qualità.
Cosa avete in programma per i prossimi mesi?
Proprio ad ottobre riprenderà la rassegna “Musica dietro le quinte”, tutta dedicata alle colonne sonore di cinema e teatro. Questo progetto ha avuto la fortuna di essere immediatamente ben accolto da alcuni grandi nomi, che hanno accettato di partecipare a titolo gratuito. Abbiamo già incontrato Stefano Caprioli, che si è occupato soprattutto di musica per fiction. Il prossimo 4 ottobre riprenderemo con Arturo Annecchino, collaboratore da vari anni del regista Peter Stein e già compositore per il teatro di Linsay Kemp, Glauco Mauri per citarne alcuni, oltre ad aver ottenuto la nomination ai David di Donatello per la canzone del film “Venuto al mondo” di Sergio Castellitto. L’appuntamento sarà alla scuola di musica “Scatola Sonora”, una bellissima realtà musicale romana, a partire dalle 17.30.
Quindi avremo Germano Mazzocchetti che lavora da danni per le fiction, per il cinema con Sergio Rubini ad esempio ne’ “Il viaggio della sposa” e il teatro con Antonio Calenda, Tosca; e ancora Marco Werba che ha lavorato in alcuni film di Dario Argento, Cristina Comencini e Aurelio Grimaldi. Un programma ricchissimo che speriamo di far crescere.
Che tipo di pubblico vi segue?
Ho notato che i giovani purtroppo non rispondono molto. Il pubblico che maggiormente ci segue è adulto e molto spesso proveniente da settori completamente diversi da quelli umanistici, sono invece tecnici, ingegneri o simili.
Che rapporto avete con il quartiere?
L’associazione ha sede proprio a Torre Gaia dove vivo, un quartiere periferico e molto particolare, quasi autonomo rispetto alla città. Si tratta di un consorzio con una propria segreteria, che da sempre ha sposato l’impegno di Septimontium pubblicizzando tutti i nostri progetti. Mi piacerebbe tantissimo poter coinvolgere maggiormente questa zona, che amo molto e da cui si impara a rapportarsi con diverse realtà.
Abbiamo collaborato già con alcune scuole della vicina Torre Angela, organizzando delle gite scolastiche.
Roma e cultura: un binomio possibile?
Lavorare nel culturale è molto difficile, specie in questi anni in cui anche grandi eventi, festival, manifestazioni sono state costrette a chiudere per via dei forti tagli. Di sicuro bisogna studiare molto. E’ bene però essere flessibili, non fissarsi. Fare altro e mantenere vitali i propri interessi si può e non credo sia sbagliato farlo. A Roma poi si dovrebbe soprattutto puntare sui giovani: ce ne sono molti che hanno voglia di fare, ma si ritrovano spesso bloccati dalla burocrazia. Dovrebbero permettere a chi vuole di rimanere nella propria città, lavorando e usando il proprio talento.